La risposta infiammatoria

L’infiammazione è una risposta attivata dall’organismo in seguito a molteplici stimoli. Il processo infiammatorio è legato non solo a infezioni (batteriche, virali o fungine) o danni ai tessuti (tagli, scottature), ma anche a patologie come l’artrite reumatoide e malattie autoimmuni, intestinali, croniche. La lista delle malattie legate all’infiammazione è in continua crescita, grazie ai numerosi studi scientifici che ne studiano le cellule e i marcatori coinvolti, i meccanismi d’azione e le vie di segnalazione attivate.

 

La risposta infiammatoria consiste in una serie di reazioni cellulari a cascata che sono necessarie per riparare i tessuti danneggiati. Normalmente, gli effetti di queste reazioni sono bilanciati e hanno alla fine un effetto protettivo.

 

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Tuttavia, le infiammazioni croniche possono portare a più danni ai tessuti di quanti ne vengano ripristinati, causando vere e proprie malattie. A seconda dello stimolo che induce l’infiammazione, si possono avere svariate risposte fisiologiche, che possono sfociare in diverse patologie. La difesa dell’organismo dalle infezioni porta generalmente all’attivazione del sistema immunitario, ma può causare anche danni ai tessuti infiammati e nel peggiore dei casi sepsi (un’infiammazione generalizzata potenzialmente letale). Si può andare incontro a fibrosi o crescita tumorale come risposta alla riparazione dei danni ai tessuti, o all’infiammazione cronica sistemica nel caso del malfunzionamento di uno o più processi fisiologici, come nel caso delle patologie cardiovascolari, del diabete di tipo 2, della psoriasi o della sclerosi multipla.

A seguito dall’aumento della vascolarizzazione, la prima reazione attuata dall’organismo in risposta all’infiammazione, si osservano nella zona colpita i classici sintomi:

 

  • calor, cioè l’aumento della temperatura;
  • rubor, arrossamento provocato dall’afflusso di sangue;
  • tumor, ovvero gonfiore determinato dalla formazione dell’essudato;
  • dolor,  intorpidimento o dolore causato dalla pressione e dalla continua stimolazione delle terminazioni nervose;
  • functio laesa, cioè la mancata funzionalità del tessuto o dell’organo.

Le comuni terapie per curare le malattie infiammatorie si basano su farmaci steroidei o non steroidei. L’uso frequente di questi farmaci può causare diversi effetti collaterali gastrointestinali, cardiovascolari e renali. Per questo motivo è di grande interesse lo studio di molecole e terapie alternative a questi farmaci che abbiano allo stesso tempo un’azione selettiva sull’infiammazione e una minore tossicità sull’organismo.

 

Informazioni dettagliate sul processo infiammatorio sono disponibili in Medzhitov, 2008.

 

Le proprietà antinfiammatorie dei cianobatteri

 

Tra gli organismi che colonizzano i fanghi termali durante il processo di maturazione troviamo i cianobatteri che sono noti per la produzione di diversi composti ad azione antinfiammatoria (Pagels et al. 2022). Tra i composti studiati ci sono i composti glicolipidici e i polisaccaridi rilasciati della specie Phormidium sp. ETS-05. In aggiunta a queste molecole, i cianobatteri producono altri composti d’interesse come amminoacidi e peptidi (mycosporine like-amino acids) e svariati pigmenti (carotenoidi, clorofille e ficobiliproteine, fondamentali per i processi metabolici delle cellule): con azione antiossidante, antinfiammatoria, anticancerogena e antivirale (Tabarzad et al., 2020). In particolare, la produzione da parte della specie Phormidium sp. ETS-05 di polisaccaridi rilasciati e di diversi pigmenti d’interesse è stata valutata da un recente studio condotto in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Padova (Zampieri et al. 2023).

 

Risulta evidente l’importanza e il contributo di questi organismi all’efficacia terapeutica dei fanghi termali, inoltre ulteriori studi permetteranno di evidenziare il contributo delle altre specie cianobatteriche che formano i biofilm durante la maturazione dei fanghi.