La Fangobalneoterapia

La fangobalneoterapia si compone di tre passaggi fondamentali:

 

  • APPLICAZIONE DEL FANGO
  • BAGNO IN ACQUA TERMALE
  • REAZIONE

 

Il fango viene applicato direttamente sulla pelle ad una temperatura fra i 38°C e i 42°C per un periodo che varia dai 15 ai 20 minuti.

Al termine dell’applicazione, e dopo la doccia di annettamento, ci si immerge nel bagno termale alla temperatura di 36°-38°C per circa 8/15 minuti.

Asciugati con panni caldi, ci si rilassa per la reazione, il calore accumulato viene rilasciato lentamente e gli effetti biologici della fangobalneoterapia si massimizzano.

Il trattamento può concludersi con un massaggio terapeutico che favorisce la circolazione cutanea.

I benefici di un ciclo di trattamenti termali durano molti mesi e sono del tutto assenti gli effetti collaterali dei farmaci anti-infiammatori, tra i quali ricordiamo quelli gastrolesivi.

 

 

 

Vedi articoli specifici su Fangoterapia e:

 

 

Eventuali controindicazioni

 

La prima considerazione va fatta tra le controindicazioni assolute alle cure termali e quelle relative. Le assolute sono quelle che raccomandano di non eseguire alcun trattamento a chi soffre di determinate patologie, le controindicazioni relative invece si riferiscono a situazioni particolari che sconsigliano questo o quel trattamento in maniera più specifica. Questa suddivisione oggi è ritenuta da molti sbagliata ritenendo che controindicazioni assolute non dovrebbero essercene. Mantenendoci prudenti identifichiamo comunque le seguenti:

la fangobalneoterapia non è indicata per soggetti affetti da scompenso cardiaco, da cardiopatia ischemica, da vasculopatia cerebrale e periferica grave, da nefropatie con insufficienza renale, nella fase acuta di malattie a carattere infiammatorio, nell’epilessia, nell’ipertiroidismo e nelle neoplasie in atto, nell’ipertensione arteriosa grave, negli stati di immunodeficienza e nelle gravi patologie d’organo. Si deve inoltre evitare l’applicazione del fango in presenza di varici venose degli arti inferiori specie se aggravate da complicazioni quali flebiti e ulcere, in gravidanza e nei primi giorni del flusso mestruale. Nessuna controindicazione nell’applicazione del fango in sede di protesi metalliche articolari, né di placche a vite per osteosintesi.